Avere o Essere (CENSURATO)

Avere o Essere (CENSURATO)

Abbiamo parlato di società dei consumi, multinazionali, degrado ambientale. Ora ci riferiamo al versante opposto su cui si trovano società del benessere, persone, tutela ambientale, ovvero tre termini rispettivamente antitetici rispetto ai primi.

Può sembrare strano che benessere sia l’opposto di consumismo ma una serie di considerazioni ci porteranno a riconsiderare il nostro stile di vita, lo stile di vita dell’intero pianeta e quali siano i valori che davvero contino per stare bene.

Già Bob Kennedy nel 1968 aveva affermato: “Tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta non fa crescere il PIL”. Ci aveva visto giusto. Invece cosa sentiamo, rabbrividendo, da politici di destra e ahimè anche di sinistra praticamente ogni giorno? Sentiamo appelli alla crescita, preoccupazione per una crescita che è solo dello zero virgola, inviti ad arrivare almeno all’1% annuo. Uno per cento ci pare poco ma proviamo a pensare su tempi lunghi cosa significhi moltiplicato per 100, 1000 anni. Il collasso del pianeta. E’ la solita storia della predicazione di una crescita infinita in un modo finito. Un assurdo dal punto di vista fisico prima ancora che socio-politico. Eppure è una dottrina quella della crescita del PIL che è dura da scalfire, così come il fatto che non sia l’acquisto e il possesso di un numero sempre maggiore di oggetti che offre la felicità o nemmeno più semplicemente il benessere.

Maurizio Pallante fondatore dei Verdi nel 1985 e poi promotore del Movimento per la Decrescita Felice nel 2007 (MDF) di cui è presidente emerito individua nel ritorno a una concezione spirituale della vita invece che nel possesso di cose la chiave della felicità. Già Erich Fromm, lo psicanalista tedesco, aveva fatto del dilemma tra avere ed essere la chiave di volta di un suo celebre libro degli anni 70.

La società della crescita e dei consumi, oltre a causare crisi ambientale e climatica, è causa di crisi sociale, economica, esistenziale. L’infernale ciclo prevede che si debbano produrre quantità crescenti di cose ogni anno, però queste merci devono venire poi acquistate altrimenti si crea sovrapproduzione e bisogna produrre meno. Ma se si produce meno si riduce l’occupazione e se ci sono meno occupati ci saranno meno persone in grado di sostenere i consumi e così via. Il mercato del’automobile in questo senso è indicativo, con la destra che invita a produrre più auto termiche e la sinistra più auto elettriche.

Più auto in ogni caso. Così funziona in una società basata appunto sui consumi, sul Pil come unica stella polare. La rivalutazione della spiritualità è allora condizione per evitare la distruzione della biosfera e dell’umanità stessa. Si può ottenere solo attraverso una vera rivoluzione culturale che renda coscienti del fatto che non si tratta di mortificare le esigenze materiali ma di rendersi conto di cosa ci serva veramente per renderci felici. Pallante invita a distinguere tra la fede che non è per tutti e in certa misura è un dono, una grazia come sostiene il cristianesimo, e la spiritualità che invece è una predisposizione della persona a cui possono tendere tutti. Spiritualità è trovare il benessere nel contatto con la natura, con altri esseri umani, ascoltare musica, leggere una poesia, cogliere la meraviglia delle piccole cose. Tutto ciò può essere colto senza la mediazione della marea di oggetti e merci e esperienze spesso inutili che ci sommergono.